Libretto di impianto: a cosa serve

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21 Aprile 2023 E-Lab Formazione 3963 views

termoidraulico a lavoro davanti a un impianto termico mentre compila il libretto di impianto

In questo articolo approfondiremo cosa è esattamente il libretto d’impianto e perché è così importante per la tua attività. Continua a leggere per scoprire tutto quello che c’è da sapere su uno dei documenti fondamentali per la tua professione.
Cos’è il libretto d’impianto?

Il libretto d’impianto è un documento obbligatorio che contiene tutte le informazioni tecniche relative all’impianto. Si tratta di un vero e proprio documento d’identità che deve essere redatto al momento dell’installazione e conservato con cura per tutta la durata di funzionamento dell’apparecchiatura.

Il documento segue una struttura standard: contiene tutte le indicazioni relative alle caratteristiche tecniche dell’apparecchio, dei singoli componenti e degli interventi effettuati nel corso del tempo.

È rivolto agli impianti termici, siano essi di riscaldamento o di raffreddamento, ad esempio caldaie o climatizzatori.
In molti lo definiscono “nuovo libretto d’impianto” per differenziarlo dal vecchio “libretto caldaia”, sebbene è dal 2016, ormai, che quest’ultimo è stato sostituito e vige l’obbligo di compilazione.
In ogni caso, il vecchio “libretto di impianto” e “libretto di centrale” non devono essere più aggiornati, ma inseriti nel nuovo libretto come “memoria storica” dei vecchi dati.

Inoltre, dal 2014 la stesura del libretto d’impianto è obbligatoriamente accompagnata dalla compilazione del Rapporto di Efficienza Energetica.
Il libretto d’impianto non è sempre obbligatorio

Il libretto d’impianto non è obbligatorio per tutti gli immobili, ad esempio sono esclusi quelli riscaldati con caminetti o stufe o qualsiasi strumento mobile volto al riscaldamento o alla climatizzazione dell’ambiente (purché gli apparecchi per il riscaldamento non abbiano potenza termica superiore ai 5kW).

Sono esclusi dalla compilazione anche le unità immobiliari che ospitano strumenti per il controllo costante della temperatura, destinate a ospitare piante, animali o alimenti.
Lo stesso ragionamento vale per i singoli immobili che godono di impianti centralizzati a livello di condominio.

A esclusione dei casi appena citati, il libretto d’impianto è obbligatorio per tutti gli impianti di climatizzazione invernale ed estiva, indipendentemente dalla potenza termica, sia di nuova installazione che esistenti.
Chi deve compilare il libretto d’impianto?

C’è da fare una distinzione tra i nuovi impianti e gli impianti già esistenti.

Per i primi, infatti, è l’installatore che si occupa della compilazione del nuovo libretto d’impianto. Per gli impianti esistenti, invece, il responsabile dell’aggiornamento del documento è il manutentore, ossia colui che apporta modifiche all’apparecchio. In alcuni casi di manutenzione, il libretto può essere compilato dal responsabile dell’impianto, aiutato da una persona competente in materia, ad esempio un architetto, un ingegnere o il tecnico stesso.
Chi è il responsabile dell’impianto?

Tale figura è colui che si occupa di conservare il libretto dell’impianto e, come appena anticipato, ha anche il compito di compilare il libretto con le informazioni principali, prima di trasferirlo al tecnico installatore o manutentore per concludere la stesura dei dati dell’intervento effettuato.

In base al contesto di riferimento e alla singola situazione, il responsabile dell’impianto può essere:

Il proprietario dell’immobile
la persona che occupa l’edificio, ad esempio l’inquilino o il comodatario
l’amministratore, in caso di immobili con impianti termici centralizzati
una terza persona nominata responsabile dall’amministratore.

È importante ribadire quanto sia importante conservare con cura il Libretto dell’impianto. Nel caso in cui l’impianto abbia anche il vecchio libretto caldaia valido fino al 2015, quest’ultimo deve essere conservato insieme al nuovo modello.
Quando deve essere compilato il libretto dell’impianto?

Il modello deve essere compilato ogni volta che viene installata una nuova caldaia o un nuovo condizionatore. Ma non solo: la compilazione è obbligatoria anche in caso di interventi di manutenzione, siano essi di manutenzione ordinaria, come i controlli e i collaudi periodici, oppure di manutenzione straordinaria, come vere e proprie sostituzioni e riparazioni.

Quindi, tale documento deve essere utilizzato anche in caso di sostituzione dell’impianto o di integrazione di nuovi componenti, compilando man mano le schede, così da mantenere uno storico dell’impianto costantemente aggiornato.

È importante che l’installatore dia indicazioni, meglio se in forma scritta, riguardo alle attività necessarie alla manutenzione e alla cadenza temporale con cui le attività di manutenzione devono essere rinnovate. Sebbene non sia specificato per legge un obbligo temporale di periodicità, esistono comunque buone pratiche da seguire.

Poiché il libretto deve essere necessariamente accompagnato dal cosiddetto “controllo di efficienza energetica dell’impianto”, il DPR 74/2103 indica un lasso di tempo indicativo che varia in base alla tipologia di impianto.

Non sempre l’arco temporale è quello annuale; talvolta, nel caso di climatizzazione, il controllo può essere effettuato tra 2 e 4 anni dopo l’ultimo intervento. Diversamente, per le caldaie, il periodo di riferimento è 1-4 anni.
tabella dei valori di Frequenza-controllo-Efficienza-energetica
Fonte: ENEA – LA CLIMATIZZAZIONE DEGLI AMBIENTI Guida per l’esercizio, controllo e manutenzione degli impianti termici

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Quali sono le sanzioni in relazione al libretto di impianti termici?

Errori nella compilazione o nella consegna del Libretto d’impianto possono portare a pesanti sanzioni. A seconda della tipologia di mancanza, la multa è in capo all’installatore/manutentore o al responsabile dell’impianto.
Sanzioni per l’installatore e il manutentore

L’installatore deve provvedere al caricamento del Libretto d’Impianto al Catasto degli Impianti Termici (CIT) entro un massimo di 60 giorni, pena una sanzione che può variare dai 100 ai 900 euro. La stessa sanzione scatta anche al manutentore per interventi su impianti già esistenti. Entrambe le figure, inoltre, sono obbligate a compilare correttamente e a caricare il Rapporto di Efficienza Energetica (REE).

Il manutentore che ha eseguito gli interventi sull’impianto rischia una multa tra i 1000 e i 6000 euro se non compila e sottoscrive il rapporto di controllo tecnico.

A seconda della potenza nominale dell’impianto, viene scelto il modello:

G, per impianti inferiori a 35 kW
F, per impianti di potenza uguale o superiore a 35 kW.

Quest’ultimo è un documento ufficiale che deve essere compilato dall’operatore che svolge l’intervento e consegnato al responsabile dell’impianto. L’importanza del rapporto di controllo tecnico sta nell’evidenziazione delle carenze e dei problemi riscontrati, oltre che nell’inserimento delle raccomandazioni necessarie per tenere l’impianto in maniera corretta.
Sanzioni per il responsabile dell’impianto

Come il tecnico manutentore e installatore, anche il responsabile dell’impianto può incorrere in diverse tipologie di sanzioni, come una multa tra 100 e 900 euro) se non è in grado di fornire tutti i dati necessari per compilare i documenti da inviare al Catasto.

In caso di assenza di Libretto d’impianto, il responsabile è tenuto al pagamento di una sanzione che, solitamente, si aggira intorno ai 700 euro.
Ma cosa succede se il responsabile dell’impianto smarrisce il Libretto?

Sicuramente, sarà necessario contattare il proprio installatore/manutentore di fiducia per poterne ottenere uno nuovo. Ciò, però, non garantisce il recupero dei dati storici e la certificazione delle vecchie manutenzioni effettuate. Per far sì che ciò sia possibile, il responsabile dovrà contattare la casa produttrice delle varie apparecchiature per richiedere una copia del documento di avvenuta manutenzione.
Se, invece, il responsabile ha appena acquistato la casa?

Nessun problema neanche in questo caso, poiché il libretto specifica il nominativo del responsabile. Cambiando il nome, quest’ultimo non sarà sanzionato per eventuali mancanze degli anni precedenti.

Particolarmente importante, inoltre, è il rispetto delle tempistiche di manutenzione periodica e di verifica dei fumi. In loro assenza, infatti, il responsabile dell’impianto rischia sanzioni che vanno dai 500 ai 3000 euro.

Rispettare i controlli dell’impianto termico è fondamentale per mantenere la validità dell’APE, ossia l’Attestato di Prestazione Energetica, che permette di classificare le emissioni e i consumi di tutti gli edifici.

In aggiunta, il responsabile deve assicurare il rispetto dei limiti di rendimento di combustione, pena una sanzione tra i 1000 e i 6000 euro.

Nel caso in cui il responsabile dell’impianto sia una figura terza, quest’ultimo è obbligato a comunicare alla Provincia di competenza:

La ricezione della delega su un impianto termico entro 10 giorni
La rinuncia o la revoca all’incarico entro 2 giorni
La decadenza entro 2 giorni

Catasto degli Impianti termici: cos’è?

Il CIT non è altro che un archivio regionale contenente tutti i dati consultabili sugli impianti termici. Ogni regione stabilisce obblighi e regole specifici.

Sebbene l’istituzione del Catasto sia diventata obbligatoria dal 2013, non tutte le regioni hanno ancora provveduto a crearne uno proprio. Ciò comporta disagi per tutti coloro che devono e vogliono consultare il CIT.

In ogni caso, l’obiettivo di questo sistema è quello di facilitare l’invio di documenti e pratiche per installatori e responsabili.

Il CIT è accessibile da:

installatori e manutentori per l’invio del REE e del Libretto d’Impianto
il cittadino che, grazie al codice catastale, può verificare il corretto aggiornamento dei dati e inviare comunicazioni
ispettori, che si occupano dei controlli e caricano i rapporti risultanti dall’ispezione.

Al momento dell’installazione dell’impianto, il tecnico invia i dati dell’impianto al catasto e genera il codice catastale. Quest’ultimo viene assegnato al libretto d’impianto e viene conservato insieme al Libretto dal Responsabile dell’impianto.

Attenzione, non bisogna confondere il Codice Catastale con il Codice chiave del libretto, in quanto, a differenza del primo, quest’ultimo varia ogni volta che cambia la ditta che esegue le manutenzioni e quando cambia il responsabile dell’impianto.
Rapporto di Efficienza Energetica

Insieme al libretto d’impianto deve essere allegato il rapporto di controllo di efficienza energetica, che può essere di 4 tipi, a seconda dell’impianto di riferimento.

Tipo 1: rapporto per caldaie
Tipo 2: rapporto per climatizzatori
Tipo 3: rapporto per impianto di teleriscaldamento
Tipo 4: rapporto per impianti di cogenerazione

Solitamente, i controlli più frequenti riguardano le prime due tipologie, mentre non richiedono questo tipo di controllo gli impianti alimentati da fonti di energia rinnovabile.

Nel primo caso (caldaie), il controllo è obbligatorio per le caldaie la cui potenza supera i 10 kW e la frequenza dei controlli varia da 1 a 4 anni, in base alla potenza e alla tipologia di alimentazione.

Nel secondo caso (climatizzatori), invece, il controllo va eseguito solo nei casi in cui la potenza termica dell’apparecchio è superiore ai 12kW, indipendentemente che esso sia un climatizzatore o una pompa di calore. Varia anche la frequenza degli interventi, che si allunga ad un periodo che va dai 2 ai 4 anni.

In ogni caso, le regole e le condizioni potrebbero variare tra le varie regioni, perciò è bene prestare attenzione alle norme del territorio di appartenenza.

Tali controlli, così come gli interventi di manutenzione e installazione, possono essere svolti solo da persone abilitate alla lettera ministeriale C (riscaldamento, climatizzazione, condizionamento e refrigerazione, ventilazione e aerazione) oppure E (distribuzione e l’utilizzazione di gas di qualsiasi tipo).
Conclusioni

In conclusione, il libretto d’impianto rappresenta un documento fondamentale per gli installatori e i manutentori, in quanto contiene le informazioni necessarie per garantire la sicurezza dell’impianto.

Inoltre, risulta essenziale per garantire la corretta installazione, manutenzione e utilizzo degli impianti e la sua importanza non può essere sottovalutata da chi opera nel settore.

Le agevolazioni fiscali per l’installazione di infissi: Ecobonus

La sostituzione degli infissi viene agevolata tramite l’Ecobonus (leggi anche la nostra news sul bonus infissi 2024) e permette di recuperare il 50% della spesa sostenuta con un limite massimo di 60.000 euro di spesa. Se la sostituzione degli infissi viene fatta contestualmente a lavori di riqualificazione dell’edificio che rientrano nel superbonus, usufruiscono anche questi della detrazione del 110%

 

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Consigli

Per poter usufruire questa agevolazione saranno necessari alcuni docmenti tecnici. Tra questi: l’APE, l’AQE e la Relazione Energetica. puoi trovare maggiori informazioni su questi dicumenti visitando la pagina sulle Certificazioni Energetiche
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